Jenny Space.
Ci sono momenti della Vita in cui basta smuovere un pochino di sabbia e le pepite d’oro brillano al sole in un attimo.
Momenti in cui il flusso degli eventi e’ cosi’ corretto che basta chiudere gli occhi e la corrente ci porta ovunque noi desideriamo.
Ci sono a volte anche momenti diversi. Momenti in cui sembra non bastare una trivella per far sgorgare una goccia d’acqua. Momenti in cui metti in campo tutto cio’ che hai imparato in anni di formazione, momenti in cui vai in giro con le antenne alzate neanche fossi il grillo parlante di Pinocchio e non capti neppure il segnale orario.
Che cosa succede? Un libro torna alla mente “A tre passi dall’oro”. Spesso nella vita ci si arrende quando ormai bastava l’ultima picconata per raccogliere il lavoro di una vita. Una domanda puo’ sorgere spontanea. Ma questi 3 passi quanto sono lunghi? Erano quelli di Gulliver?
Quanta fatica ci vuole a nuotare controcorrente? Quanto impegno per raggiungere quell’isola, proprio laggiu’, che sembra non arrivare mai..
Tutte le metafore formative sono stampate in mente, fisse come francobolli..
Quando decidi di fare il salto se ti fermi nel mezzo cadi nel mezzo. Ma dov’e’ l’altra sponda??
Piu’ vai in basso, piu’ la salita corrispondente sara’ in alto… Questo mi fa venire in mente una barzelletta di Pierino a cui e’ stato detto che purtroppo la nonna e’ caduta dal balcone ed e’ andata in Paradiso. Lui risponde” Accidenti che rimbalzo!”
Perche’ allora? En no, non perche’ ma come.. Ma come accidenti devo fare??
Secondo la Metamedicina e la Nuova Medicina, quando avvertiamo dei disagi fisici, quando stiamo veramente male, e’ il momento di trasformazione del nostro corpo. Il momento in cui in realta’ stiamo guarendo, e’ l’ultimo passo prima della ripresa.
Il vero malessere e’ quando non ce ne accorgiamo, e’ prima di avvertire i sintomi. La difficolta’ vera avviene quando ci spaventiamo per i sintomi, ci terrorizziamo e spaventiamo il nostro corpo, le nostre cellule, dando precise indicazioni da manuale su cosa ci potra’ succedere.
Se consideriamo la nostra vita come un essere a se stante, possiamo utilizzare la stessa lente per osservarla. Sembra un gioco di parole considerare che la nostra Vita abbia una vita sua, un suo mondo, come se fosse un organismo staccato da noi. Cosi’ facendo pero’ possiamo osservarla da fuori, capire la trasformazione che sta vivendo e aiutarla ad evitare di spaventarci e lasciare che i malesseri della guarigione, abbiano il tempo e il modo di risolversi senza cristallizzarsi nella paura.
Come possiamo fare per aiutare un processo di trasformazione, di guarigione di una vita che abbiamo difficolta’ a percepire come unita’ reale e a se stante? Diamole spazio per darle ossigeno, prendiamo il coraggio di tagliare i rami secchi per permettere al sole di ritrovare il suo spazio tra le foglie.
Prendiamoci cura di noi stessi, prima ancora delle azioni che vogliamo fare.
Tornando all’articolo sulla fiducia che ho scritto qualche giorno fa, a volte e’ importante non solo fidarsi delle altre persone ma anche di noi stessi, dei nostri obiettivi, dei nostri sogni e dell’energia che ci accompagna.
E’ il momento di fare il famoso ultimo miglio, ricordandosi sempre che i campioni nascono nel punto esatto in cui gli altri decidono di lasciare.
Jenny
JENNY, COME DIPINGI LE EMOZIONI!! STRINGERE I DENTI, SLOGGIARE I PENSIERI DALLE TINTE CUPE. MUTANDO GLI OSPITI MUTEREMO NOI STESSI. GRAZIE
Grazie a te Francesca per condividere le emozioni..